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ASTA N°30

lotto 170

  • d'Orsi Achille (Napoli 1845 - 1929) Sulla fossa statuina in gesso h. cm 33 firmato e dedicato sulla base: Al carissimo amico e distinto artista Giuseppe Casciaro A. d'Orsi 


    Provenienza: Collezione Giuseppe e Guido Casciaro, Napoli


    Esposizioni: Roma, Mostra dell'Arte nella Vita del Mezzogiorno d'Italia Marzo-Maggio 1953 


    Bibliografia: Catalogo della Mostra dell'Arte del Mezzogiorno d'Italia n° cat. 25 della sala 17

    L’indirizzo decisamente verista di Achille d’Orsi fu dichiarato agli occhi della critica e del pubblico nel 1877, quando, presentando alla Mostra Nazionale di Napoli il gruppo in gesso patinato a finto bronzo intitolato I parassiti, Francesco Netti scorgeva per la prima volta un “soggetto pensato colla propria forma”. L’indirizzo dorsiano, comune a quello di altri scultori napoletani come Amendola, sicuramente all’avanguardia in Italia in quegli anni, si rafforzava alla successiva Mostra Nazionale di Torino del 1880, dove l’artista espose il Proximus tuus. Il contadino prostrato al suolo, vinto dalla fatica e da una vita di stenti, del capolavoro di d’Orsi, rappresentò per gli scultori del resto d’Italia una nuova via, come infatti testimonia il moltiplicarsi di opere simili, nell’iconografia e nel significato, spesso caricato da chiari messaggi politici, cui si assiste a partire dai primi anni Ottanta dell’Ottocento.
    All’interno di questo “realismo brutale” individuato da Adriano Cecioni come aspetto caratterizzante la scultura napoletana di metà anni Settanta, sono poi da collocare altre opere di d’Orsi fra le quali la scultura Sulla fossa, un importante gesso di collezione Casciaro dedicato al maestro Giuseppe, cui sono riconducibili sia la terracotta dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, sia il bronzo della Pinacoteca Ricci Oddi di Piacenza, così come il bronzo acquistato dal Comune di Napoli alla XXXIII Promotrice del 1906. 
    Il prototipo fu presentato dallo scultore alla XII Esposizione della Promotrice di Napoli del 1876 con il titolo Vecchia sulla fossa dove fu acquistato da Girolamo Maglione, noto rappresentante di una famiglia di collezionisti, intellettuali e musicisti della Napoli del tempo, e poi riproposto alla Mostra Nazionale del 1877. In questa seconda occasione Boito notava l’anziana donna raffigurata da d’Orsi “con le mani in mano, che prega o pisola: grassa, gonfia, sporca, verissima” (C. Boito, Scultura e pittura d’oggi, Torino 1877, p. 410).
    Anche Pane pesante rientra pienamente nell’idea di un realismo scevro da qualsiasi addolcimento formale di cui d’Orsi fu indiscusso caposcuola. Echi di guerra, di fame e di fatica racchiusi nella piccola statuina ponevano ormai una lunghissima distanza di tempo dalla grazia della scultura classica che ancora tre decenni prima circolava nelle mostre.
    Il gesso di Pane pesante, dedicato da d’Orsi all’assessore Dolce, fu esposto alla Mostra di Villa Lucia a Napoli nel 1917; dell’opera esistono, inoltre, varie fusioni in bronzo.

    Isabella Valente

Stima €3500 - €5500
Informazione asta 06/11/2010 18:00