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ASTA N. 121

lotto 41

  • Dalbono Edoardo (Napoli 1841 - 1915)
    Scuola di ballo
    olio su tela, cm 51,5x38,5
    firmato e iscritto in basso a sinistra: E. Dalbono in Napoli

    Provenienza: Sotheby's, Monaco

    Esposizioni: Monaco, 1990

    Bibliografia: Cat. Sotheby's, Monaco 1990, pag. 83; R. Caputo, La Pittura Napoletana del II Ottocento, Franco Di Mauro Editore,Napoli 2017, p. 187

    Se è vero che il soggetto dell’opera risulta alquanto raro nella produzione del Dalbono, di cui oggi conosciamo più numerosi gli esempi legati alla poetica palizziana (Edoardo fu allievo di Nicola Palizzi, del resto), mai privi tuttavia di una certa temperie sognante peculiare del proprio autore, non si può affatto affermare che simili quadri di genere non appartenessero al Dalbono almeno quanto i suoi paesaggi ripresi dal vero. È noto infatti che già in giovane età Edoardo si dilettasse in rappresentazioni di scenette folcloristiche su ispirazione delle passioni e degli scritti del padre Carlo Tito Dalbono (autore fra l’altro proprio di un’opera sulle tradizioni popolari), poeta estemporaneo; all’educazione infantile va anche ricondotta la passione del Dalbono per la musica, che in un modo o nell’altro spesso influenzò la sua produzione.
    Il più celebre esempio dalboniano di tarantella fu certo l’opera eseguita su committenza del collezionista svizzero Fierz (insieme a varie altre tele ed acquarelli tutti di soggetto popolare, come si evince dalle testimonianze del Giannelli), il quale finì poi per accontentarsi solo di una copia dato il grande successo del dipinto alle Promotrici del 1864 e del 1866. Il filone di costume, intrecciandosi spesso con quello musicale, pure incontrò largo successo per almeno tutto il decennio successivo, se vi rimandano vari titoli di opere eseguite nel periodo di esclusiva per il celeberrimo mercante d’arte Goupil (fra queste “Il voto alla Madonna del Carmine” diede avvio al fortunato tema delle canzoni sul mare), che tenne sotto contratto Dalbono per ben nove anni.
    D’altro canto l’iscrizione sulla tela colloca senza alcuna possibilità di dubbio la sua esecuzione nel territorio partenopeo. Su di una loggia che dà sul mare dunque la più piccola protagonista del dipinto muove i suoi primi passi di danza al ritmo delle percussioni suonate dalle altre due figura femminili, materne a loro modo nelle proprie forme floride e morbide. I giochi chiaroscurali che la luce ricrea penetrando tra le frasche dell’agrumeto che circonda lo spazio della rappresentazione risentono evidentemente non solo degli insegnamenti palizziani nonché dell’esperienza nella Scuola di Resina, ma anche della coeva pittura francese che il Dalbono ebbe certamente modo di conoscere anche grazie ad un suo soggiorno parigino. Osservando gli esiti della ricerca luministica dell’autore, ad ogni modo, appare ben meritato il titolo di “pittore della luce” che una certa critica gli ha attribuito nel corso del tempo.

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Informazione asta 25/11/2017 19:00