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ASTA N° 41

lotto 148

  • Irolli Vincenzo (Napoli 1860 - 1949) Pesca miracolosa olio su tela, cm 191x291 firmato e datato in basso a sinistra: V. Irolli 1936

    Provenienza: eredi dell’artista; collezione privata, Napoli

    Bibliografia: L. Manzi, Irolli, Editrice “Rinascita Artistica”, Napoli 1955, tav. XXVIII; I. Valente, Vincenzo Irolli, in La pittura in Italia. L’Ottocento, II, Electa, Milano 1991, pp. 871-872.


    Già pubblicato da Manzi nel 1955 come di proprietà degli eredi del maestro, il dipinto a olio su tela di grandi dimensioni fu presentato alla Mostra d’Arte Sacra della Minerva a Roma nell’ottobre 1836 insieme con altre nove opere: Pesca miracolosa, La lavanda dei piedi, La guarigione del cieco nato, La Deposizione, La Comunione, Cristo alla tomba di Lazzaro, La Vergine in adorazione, La Madonna dell’aviazione, Il chierichetto in preghiera, La festa del Redentore, La festa del cieco nato. La Pesca miracolosa è uno dei capolavori di Irolli che lo discostano dal repertorio troppo spesso etichettato come banalmente commerciale, nonostante l’ottima qualità sempre riconosciutagli, rientrando in un percorso di attività legato fortemente alle tematiche religiose (la critica ricorda la sua Deposizione, acquistata dalla Sede Pontificia e destinata al Palazzo romano di San Calisto). Allievo di Toma e Maldarelli al R. Istituto di Belle Arti di Napoli, Vincenzo Irolli è stato un pittore di primo piano della scena artistica napoletana al passaggio dei due secoli, animato da una passione per l’arte che ebbe inizio innanzi al Corpus Domini di Michetti e ai Parassiti di d’Orsi alla Mostra Nazionale di Napoli del 1877. Erede di quei modi pittorici innescati dall’Impressionismo, applicò queste modalità di operare a temi di genere collegati alla tradizione partenopea che se trovarono una grande risposta sia nella critica che nell’ambito del collezionismo dell’ultimo ventennio del secolo, lo condussero, nel primo Novecento, a scontrarsi con le nuove tendenze dell’arte, nonostante continuasse ad essere applaudito ai Salons des Beaux Arts di Parigi. La sua tecnica si basava su una pennellata divisa ed evidente, sull’uso del colore spesso puro, deciso e luminoso. Ne è un esempio la Pesca miracolosa che risente degli echi di natura secessionista sia per l’impiego di una tavolozza vivace e armoniosa, dominata dalle gamme dei viola e dei blu (il noto amore dei pittori d’inizio secolo per il violetto), sia per la scelta di una pennellata a taches. Irolli fu punto di riferimento e parte di quel gruppo di pittori, non pochi, che Achille Macchia individuava come piantati saldamente sulla tradizione dell’ultimo Ottocento, “si evolvevano sobriamente e rinnovavano le arti figurative napoletane “senza renderle irriconoscibili”.


     Isabella Valente

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Informazione asta 26/05/2012 18:00