L’attribuzione dell’opera a Giacinto Gigante è motivata dalla presenza della firma che, a un attento esame, è risultata non collegabile alla data, sicuramente autografa, e dunque inscritta nella materia pittorica solo successivamente a quest’ultima. Confermano, inoltre, l’autenticità del dipinto sia la cifra stilistica che la tavolozza impiegata, pienamente riconducibili alla matrice gigantiana.