Casciaro GuidoCasciaro Guido (Napoli 1900 -1963) Figure al balcone, olio su tela, cm 200x155 firmato in basso a destra: Guido Casciaro Esposizioni: Mostra retrospettiva di Guido Casciaro, Napoli 2006 Bibliografia: Guido Casciaro a cura di R.Caputo, Edizioni Vincent, tav. 10 pag. 38 a colori
Figlio di Giuseppe, fra i più importanti artisti napoletani a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo,
Guido Casciaro visse gli anni di formazione e le primissime partecipazioni espositive all’ombra del padre,
una presenza che egli sentì (sino al definitivo distacco, anche tecnico, decidendo di preferire l’olio al noto
pastello paterno) via via sempre più ingombrante e di ostacolo di fatto allo sviluppo di una propria originale
poetica artistica. Se in effetti Guido caratterizzò il suo percorso artistico di una costante sperimentazione,
va comunque detto che mai mancò di rapportarsi alla grande tradizione partenopea, certo quella ancora di
sapore ottocentesco del padre ma anche quella barocca e caravaggesca, come andava professando al
tempo Benedetto Croce. Alla valorizzazione dell’arte locale e della sua storia furono anche improntati i vari
gruppi di cui il nostro fu membro e spesso coordinatore, come “Secessione 23” (di gusto vagamente
liberty), il Gruppo Flegreo ed il Gruppo del Vomero (quest’ultimo in singolare rapporto con la grande Scuola
di Resina di più antica memoria); degna di ricordo è infine la sua attività di maestro d’arte nonché in sede
espositiva di paterno sostenitore di tanti giovani artisti a lui successivi, ch’ebbero modo di ricordarlo con
commozione al momento della sua dipartita.
La grande tela proposta rientra senza ombra di dubbio nella produzione cui Guido si dedicò fra gli anni
Trenta e Quaranta del secolo scorso, allorché egli aderì con convinzione alle poetiche del “Novecento”, che
giunto in ritardo a Napoli si proponeva di amalgamare le differenze artistiche tra Nord e Sud Italia
riavvicinandoli. All’intensa plasticità (ed alle cromie vagamente espressioniste) della pittura di questo
periodo possono del resto ravvisarsi dei prodromi nell’attenzione rivolta da Casciaro all’arte post-
impressionista di Paul Cézanne nonché nella vicinanza agli ideali promossi dalle riviste “Valori plastici”
(romana ma assai diffusa a Napoli) e “Volumi” (fondata nel capoluogo campano da Franco Girosi e Alberto
Consiglio).