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ASTA

lotto 88

  • Morelli Domenico (Napoli 1823 - 1901) La tratta degli schiavi olio su tela cm 86x175

    a tergo antica etichetta recante la scritta:

    MOSTRA NAZIONALE 30 DICEMBRE 1932? MUSEO S. MARTINO NAPOLI

    L’opera è praticamente gemella di quella oggi custodita al Museo di San Martino di Napoli, ove giunse nel 1911 tra i numerosi pezzi della ricca collezione di Paolo e Beniamino Rotondo, promotori di un importante circolo culturale dell’epoca.
    In vero nei testi più antichi al tema rappresentato è dato un tiolo diverso, “Preda del corsaro” (in Primo Levi l’Italico, ad esempio, che definisce inoltre l’opera «fra le più preziose gemme della pittura Morelliana»), ricollegandolo così al vasto repertorio di opere di George Gordon Byron di cui Morelli fu notoriamente appassionato (come tanti suoi contemporanei, del resto): dal Lord inglese fu infatti pubblicato nel 1814 il poema “Il Corsaro”, e se già più d’un artista – pittore, scultore o musicista che fosse – vi si inspirò per la propria opera, Morelli vi lavorò fin dal 1847, contestualmente all’amico Giuseppe Verdi che presentò un’omonima composizione l’anno successivo a Trieste; dalla trama byroniana il Morelli trasse poi anche “Il conte Lara” celeberrimo del 1861, in collezione Vonwiller e poi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dal 1901 (anno di morte dell’autore).
    «Tutte le volte che si parla […] di tecnica moderna, di espressione si venga qui ad apprenderne i segreti», sentenziò negli anni ’20 del Novecento Vittorio Spinazzola a proposito di quest’opera, ed è difficile a quasi un secolo di distanza trovare parole migliori; gli insegnamenti di Morelli del resto superarono senza dubbio il suo tempo, finendo probabilmente per influenzare finanche i grandi autori dell’Informale. La varietà cromatica è stupefacente e tuttavia armonicamente disposta con grande maestria, con gli incarnati scuri ed il ventaglio di verdi dello sfondo puntualmente contrappuntati dai bianchi tipicamente morelliani o comunque dai toni più chiari, che vivacizzano (per quanto possibile) la composizione. Anche il non finito, che pure caratterizza tanti altri capolavori del Morelli a questo coevi (basti pensare alle tele sui Foscari o ai quadri più spiccatamente orientalisti, come “I profughi di Aquileia” o “La preghiera prima della battaglia di Od”), non preclude affatto la forza espressiva e la definizione psicologica di ogni singolo giovinetto ammassato in primo piano, tra chi sonnecchia, chi si preoccupa per la propria triste condizione, chi sfida spavaldamente lo sguardo dello spettatore.

Stima €7000 - €12000
Informazione asta 26/05/2016 19:00