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ASTA N. 121

lotto 56

  • De Nittis Giuseppe (Barletta 1846 - Saint Germain en Laye, FR 1884)
    Ritratto della moglie del pittore Rossano
    olio su tela, cm 55,5x38
    firmato in alto a destra: De Nittis

    Provenienza: Coll. Tulino, Parigi; Coll. A. Portolano, Milano

    Esposizioni: Napoli, 1950; VI Quadriennale d'arte Roma, 1952

    Bibliografia: Dipinti di figure e ritratti dell'800 : Galleria Medea, Napoli 1950 n. ord. 17;Cat. VI Quadriennale d'arte Roma, Ed. De Luca Roma 1951,pag 121, n cat. 4; A. Mezzetti ed E. Zocca, Pittori italiani del secondo Ottocento, Ed. De Luca Roma 1952, pag. 64 tav LXIII

    Il sodalizio fra Giuseppe De Nittis e Federico Rossano fu stretto in tempi assai precoci, quando “Peppino” (così veniva affettuosamente chiamato), non ancora ventenne, già andava ricercando il vero in pittura negli anni di studio presso il Real Istituto di Belle Arti di Napoli, da cui fu poi notoriamente espulso per motivi disciplinari nel 1863; a questo stesso anno viene dunque comunemente fissato il principio dell’esperienza di Resina, alla cui fondazione parteciparono appunto tanto De Nittis che il Rossano, insieme a Marco de Gregorio ed Adriano Cecioni (anch’essi legati al nostro autore da una solida amicizia e strette interdipendenze artistiche).
    Il manifesto di quella che sarà poi chiamata “Repubblica di Portici” prevedeva in sostanza un recupero del vero rigoroso e scevro da ogni orpello o interpretazione intimista e più in generale sentimentale, opponendosi inoltre alle tendenze artistiche più in voga nella Napoli del tempo che corrispondevano principalmente alle due diverse interpretazioni che proprio della poetica del vero davano da un lato Domenico Morelli e dall’altro Filippo Palizzi. In realtà, e particolarmente proprio nella figura di De Nittis, sempre ricettivo nei confronti delle più disparate suggestioni artistiche, la Scuola di Resina non operò mai un distacco così radicale dall’allora “tradizionale” scuola napoletana del paesaggio, presentandosi di fatto come logica continuazione dei dittami palizziani che manifestamente andava tanto criticando.
    Una nuova e radicale rivoluzione di tutta la poetica del De Nittis prese a svilupparsi dieci anni dopo la “comune” porticese, quando cioè a partire dal 1873 l’artista si stabilì definitivamente a Parigi. La vita frenetica ma raffinata della Belle Époque, l’incontro con gli ultimi Barbizonniers e poi con i vari Impressionisti, quindi la stretta amicizia col pittore James Tissot furono tutte cause che determinarono in momenti diversi (ma generalmente vicini fra loro) un cambiamento in Giuseppe a favore di una pittura generalmente piacevole, incentrata sulla vita della ricca borghesia più à la page e per essa concepita: De Nittis insomma finì per dedicarsi a quell’arte che i sostenitori della Scuola di Resina giudicavano generalmente frivola se non pericolosa (si pensi ai giudizi dello stesso Cecioni o a quelli di Francesco Netti). Appare in effetti incontestabili in questa nuova fase della produzione dell’artista il moltiplicarsi di modelle degne delle più lussuose riviste di moda, divise tra pomeriggi all’ippodromo e soirée all’Opéra, ed anche le composizioni all’aperto, quelle dei boulevard parigini ed in seguito delle strade londinesi, sembrano animate da uno spirito non meno elegante ma al contempo elitario degli interni altoborghesi.
    De Nittis comunque per almeno un lustro non rinunciò del tutto alle sue prime suggestioni pittoriche, ed anzi vi si dedicò anima e corpo in occasione dei suoi ritorni in terra natia; si tratta comunque a ben vedere di riprese più tematiche che stilistiche, in quanto sempre filtrate dalla recente adesione al “realismo borghese”. Nell’orizzonte di questa temperie va collocata ed interpretata anche l’opera proposta, databile con certezza fra il 1880, anno in cui il succitato amico Rossano prese in sposa Zelye Brocheton (anch’ella di origine francese), ed il 1884, anno della morte improvvisa e prematura del De Nittis. La nostalgica memoria degli esordi pittorici e delle passate compagnie viene dunque solo sottintesa in un ritratto del tutto simile a capolavori coevi dell’artista quale può essere un esempio la “Figura di donna” proprio del 1880 (ora alla Pinacoteca “De Nittis” di Barletta), in cui è la moglie dello stesso Giuseppe, Léontine Gruvelle, a far sfoggio della propria eleganza. L’abbandono tuttavia di contrasti cromatici particolarmente accessi e vivaci nonché della tipica verticalità delle ultime opere del De Nittis (caratteristiche entrambe riprese dalla sempre più diffusa stampa giapponese) potrebbe tradire una volontà precisa dell’autore di riconciliarsi con la più sobria aderenza al vero delle sue prime realizzazioni pittoriche.

Estimate €60000 - €80000
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Informazione asta 25/11/2017 19:00