Mattej Pasquale (Formia 1813 - Napoli 1879) Benedizione di Pio IX al popolo napoletano
tempera su carta, cm 21x31
firmato e iscritto in basso a sinistra sul secondo gradino: Mattej Napoli
a tergo datato e iscritto: 1849 Benedizione di Pio IX al popolo napoletano
Esposizioni: Napoli, 2010
Bibliografia: R. Caputo, Infinite Emozioni. La Scuola di Posillipo, Napoli 2010, p. 229
Una folla festosa è accorsa, a mezzogiorno del 16 settembre 1849, nel grande slargo dinnanzi Palazzo Reale, oggi Piazza del Plebiscito, per ricevere la benedizione di Papa Pio IX (Stanislao d’Aloe, Diario del soggiorno in Napoli di Sua Santità Pio IX, Roma 1850).
Sbarcato, in seguito all’esilio da Roma, al porto del Granatello l’8 settembre (come ricorda un altro dipinto del Mattej, Lo sbarco di Pio IX al Granatello di Portici, conservato nel Museo di San Martino), il Papa fu accolto nel Regno delle
Due Sicilie ed ospitato presso la Reggia di Portici.
La benedizione, alla quale presero parte tantissime persone di ogni ceto sociale, fu turbata dallo scoppio di una bomba fatta esplodere da un cospiratore che tuttavia non provocò alcun danno.
L’evento, ripreso da altri artisti come Vervloet e Vespa, dovette suscitare particolare interesse anche per l’accoglienza che Ferdinando di Borbone riservò al pontefice in fuga da Roma. Ferdinando infatti, mentre aveva preso le distanze dalla politica papale nei primi anni del suo regno, sostenne pubblicamente la causa di Pio IX, lo accolse con calore e gli
offrì ospitalità nel Palazzo Reale di Portici, instaurando in seguito con il pontefice un’intensa corrispondenza in ricordo del soggiorno napoletano.
Al di là dell’importante episodio celebrativo, qui Mattej riesce a raffigurare una composizione ben costruita su una scelta prospettica che gli
ermettere di definire con molta attenzione ogni singolo edificio e monumento del Largo di Palazzo, circoscritto definitivamente dagli edifici moderni del Palazzo Salerno, della Real foresteria e dal colonnato della Chiesa di San Francesco di Paola, dando vita ad una raffigurazione architettonicamente ben articolata che aggiorna la precedente veduta settecentesca di Gaspar Wan Vittel.
Il brulicante insieme di piccole figurine che anima la piazza è reso con tocchi di colore e luce che restituiscono, con vivacità cromatica, l’immagine del popolo festante, rischiarato da una calda e rosea luce che mette in evidenza ogni minimo particolare.
Dedicatosi al filone della cronaca storica, che ne caratterizza la produzione degli anni napoletani tra il 1849 al 1859 circa, e che lo distingue degli artisti della scuola di Posillipo, Pasquale Mattej fu pittore, critico e storiografo: formazione e
attività artistica che risultavano più affini alla tradizione tardo-settecentesca, piuttosto che all’orientamento generale degli artisti del suo tempo (Martorelli in Pasquale Mattej (1813-1879), Gaeta 1979, p. 20). Dello stesso soggetto si conosce
un’altra versione in un dipinto di collezione privata (cfr. Massimo Pisani in Civiltà
ell’Ottocento, Le arti a Napoli dai Borbone ai Savoia, Le arti figurative, [Napoli, Museo di Capodimonte, Caserta, Palazzo Reale, 25 ottobre 1997 - 26 aprile 1998], catalogo della mostra a cura di Nicola Spinosa, Napoli 1997, p.492), probabilmente un bozzetto che mostra delle leggere differenze nella raffigurazione della folla antistante il palazzo.