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ASTA N. 128

lotto 54

  • Migliaro Vincenzo (Napoli 1858 - 1938)
    Carolina
    olio su tela, cm 48x35,5
    firmato a lato a sinistra: Migliaro
    a tergo cartiglio XXII Biennale di Venezia, 1940

    Provenienza: Racc. Minieri, Napoli; Coll. privata, Napoli
    Esposizioni: Venezia 1940
    Bibliografia: Cat. XXII Esp. Int. d'Arte Biennale di Venezia, Maggio - Ottobre 1940, pag. 82 n. 12; A. Schettini, Vincenzo Migliaro, A. Morano Ed., Napoli 1950, pag. 49 in b/n

    Il gusto proprio di Vincenzo Migliaro di stilare all’interno delle proprie note composizioni sulla città di Napoli un catalogo pittorico quanto più vasto possibile di tipi umani si rispecchia in una altrettanto ricca produzione ritrattistica
    che vide l’artista impegnato fin dai suoi primi anni di attività e che gli consentì di sondare più approfonditamente l’animo dei propri soggetti isolandoli dalla calca che era solita affollare strade e mercati partenopei, una massa popolare
    su cui in Migliaro è in genere la donna ad emergere, restituita in tutte le sue sfaccettature emotive ed intenta nelle più svariate occupazioni: ecco allora che in opere delle più svariate dimensioni e tecniche, di maggiore o minore impegno pittorico, fanno capolino volti e corpi femminili, talvolta nudi, spesso della moglie Nannina, o della modella Luciana, o ancora della sorella Adalgisa, fin dalla ‘Testa di donna’ (Napoli, Museo di Capodimonte) che gli valse nel 1877 il secondo posto al Concorso Nazionale di Pittura per allievi d’accademia consentendogli un breve soggiorno a Parigi.
    Pur disinteressandosi all’arte degli Impressionisti Migliaro finì involontariamente per avvicinarvisi, o meglio può accomunarsi ad uno di essi in articolare, Pierre-Auguste Renoir, come sostennero già al tempo tanto Michele Biancale che Alfredo Schettini, innanzitutto sul piano delle scelte cromatiche, a partirei dai rossi e gialli intensi che, ad ampie
    campiture oppure a pennellate più sottili ed evidenti, fanno da sfondo proprio a molti ritratti, oppure definiscono gli accessori delle figure femminili, o in qualche modo ne esaltano l’incarnato.
    L’opera proposta non costituisce dunque n’eccezione, col telo vermiglio su cui staccano per opposizione i bruni profondi di capelli e vesti, oppure col particolare dell’orecchino che, occupando quasi il centro della composizione ed attirando inevitabilmente a sé pertanto lo sguardo dell’osservatore, riesce pur nei suoi sintetici tratti a restituirci una preziosità assolutamente realistica del metallo dorato.

Estimate €4500 - €6500
Informazione asta 14/04/2018 18:00