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ASTA N. 128

lotto 62

  • Cammarano Michele (Napoli 1835 - 1920)
    Picinisco olio su tela, cm 101x67
    firmato in basso a sinistra: Mic. Cammarano

    Provenienza: Coll privata, Roma; coll. privata,Napoli

    Bibliografia: R. Caputo, La Pittura napoletana del II Ottocento, Di Mauro Editore, Napoli 2017, p.125

    Nelle Memorie di Michele Cammarano, scritte da quest’ultimo nel 1898 e rese note da Michele Biancale nel primo fondamentale contributo monografico nel 1936, si ricorda che dal 1896 al 1900, allorquando Cammarano lascia Roma,
    dopo quasi trent’anni di permanenza per ritornare a Napoli e prendere il posto, lasciato vuoto dalla morte del suo maestro Filippo Palizzi, di professore di pittura di paesaggio al Real Istituto di Belle Arti non si ha notizia che di tre quadri importanti, oltre, naturalmente che di vari studi che l’artista era solito eseguire e dei quali si ignora la
    collocazione. Di alcuni di essi è stato però possibile fissare la data, il luogo e i motivi ispiratori. Seguendo una vecchia abitudine che portava Cammarano a passare l’estate in luoghi di campagna o di montagna a prepararvi largo materiale
    pittorico, nel 1897 egli si recò a Picinisco, nell’allora provincia di Caserta. La scelta del paese può spiegarsi col ricordo ancora vivo in lui del suo primo maestro Gabriele Smargiassi che vi andava a lavorare dal vero. Vi trovava una natura
    assai aderente al suo temperamento. Montagne scabre, alberi secolari, vigorosi tipi di uomini e bellissime donne, rese più attraenti dai loro costumi.
    Rimangono cinque o sei opere delle tante che vi dipinse, ma tutte di qualità alta, d’un realismo sonoro e luminoso, col medesimo tocco vigoroso ma in una resa pittorica assai più complessa e ricca. È un naturalismo inteso a portare anche il frammento più minuto a carattere monumentale. Come in quello Studio di tetto (Cfr. M. Biancale, Cammarano,
    Milano-Roma 1936, tav. LXXXIII) con un camino che ricorda il solenne basamento di una statua equestre. Gli embrici scoprono nelle corrosioni delle piogge o nei lunghi contatti con la neve i loro toni grigi, gialli-zolfo, rossigni carnicini.
    Tra quei rosicchioli di pietre d’un grigio bruno e sui coppi ribaltati l’osservatore potrà notare financo le scrostature brune del cotto conseguenza dei rigidissimi inverni e dell’accanimento canicolare.

Stima €13000 - €18000
Informazione asta 14/04/2018 18:00