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ASTA N. 130

lotto 131

  • De Gregorio Marco (Resina, NA 1829 - 1876)
    Intimità domestica
    olio su tela, cm 41,5x18

    Il dipinto in questione può essere attribuito con un buon grado di certezza alla mano di Marco De Gregorio in una fase matura della sua ricerca luministica. Il dipinto raffigura una scena di interno con una figura di ragazza intenta a lavorare all'uncinetto, seduta di profilo davanti a una finestra a vetri con un'anta aperta e l'altra accostata. Attraverso la finestra si vede distintamente un panorama di case napoletane sormontate dall'inconfondibile sagoma di Castel Sant'Elmo L'anta accostata con il suo vetro diviso in tre parti crea una modernissima scansione geometrica che non impedisce tuttavia la chiara visione dell'esterno. La luce intensa che penetra dalla finestra sottolinea in maniera filiforme il profilo della ragazza e la spalliera della sedia, mentre illumina in pieno la sua scamiciata bianca da cui escono delle maniche rosa di una camicetta sottostante. Il brano pittoricamente più interessante è proprio questo dell'abito realizzato con corpose pennellate sintetiche di grande modernità e tuttavia molto precise nel catturare i valori luminosi e i giochi d'ombra grigio-bluastri.
    L'interesse di De Gregorio per gli interni si era manifestato precocemente con l'opera intitolata Nello studio del pittore (già coll. D'Angelo) del 1853; tuttavia in quel dipinto la compiutezza disegnativa e.plastica delle forme e un uso della luce diffusa e indiretta proveniente da nord ci attestano una fase ancora in buona parte "accademica" del pittore. Nel suo percorso qualcosa comincia significativamente a cambiare intorno al 1860-61, quando fonda la Scuola di Resina e intraprende uno studio della luce dal vero più autentico e radicale. Al 1861 risale un interno con delle figure femminili in controluce sullo sfondo di una porta-finestra, che apparteneva alla collezione Polisiero e che tempo fa ho proposto di identificare, in via dei tutto ipotetica, con la Scena domestica esposta nella prima mostra della Società promotrice di Belle Arti di Napoli del 1862. L'esistenza di questo interno di De Gregorio attesterebbe che molto probabilmente non è stato Cecioni - pensionato a Napoli dal 1863 al 1867- a influenzare il nostro pittore, ma l'inverso; a meno che non si voglia ipotizzare una visita di De Gregorio alla Prima Esposizione Nazionale di Firenze del 1861, dove avrebbe potuto ammirare il dipinto di Odoardo Borrani 26 aprile 1859, che consisteva in un'intima scena domestica rischiarata dalla luce di una finestra sullo sfondo.
    In ogni caso, chiunque ne sia stato l'iniziatore, tale tema pittorico —tutto incentrato su una acuta analisi tanto luministica quanto plastico-volumetrica - sara ripreso sia da Borrani,che da Lega, che da Cecioni, che da De Gregorio in varie opere. In particolare, per quanto riguarda De Gregorio si possono segnalare nel suo catalogo diversi interni con figure sullo sfondo con finestre: I chierichetti, pubblicato per la prima volta da Corrado Maltese nel 1954. (ma da Stefano Gallo attribuito nel 1995, sia pure come ipotesi prudente, a Cecioni); Il piccolo gendarme (in Giosi 1966 e in Schettini 1967, vol II, p. 21), Cani e gatti, già di collezione Chiarandà, La cucitrice, passata da Giosi (1967) e da Finarte (Roma 1989 e Milano 1993), Interno con bambini e Mamma con bimbi, entrambi pubblicati da Schettini (Cento pittori napoletani, 1978, vol. I, pp.130 e 131).
    Tornando al dipinto oggetto di questo parere scientifico, per quanto riguarda la sottolineatura
    luministica del profilo in controluce riscontri ci sono con I chierichetti, con Il piccolo gendarme e in parte anche con Cani e gatti, ma le affinità maggiori si rilevano con il dipinto già della collezione barese Scuderi, Mamma con bimbi, nel modo di trattare i bianchi, nel tipo di pennellate sommarie e nel gioco dei riflessi. A De Gregorio rinvia anche una generale semplificazione della scena che non indugia su particolari superflui, ma si attiene a una schietta ripresa del vero. Per l'andamento delle pennellate sintetiche che lasciano trapelare la presenza e addirittura la grandezza del pennello adoperato, l'opera, a mio avviso appartiene ai primi anni '70 e presenta qualche affinità per il sistema di pennellate con un altro suo dipinto, di genere diverso, Zappatore, del 1873.

    Prof.ssa Mariantonietta Picone

Stima €10000 - €15000
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N° offerte 7
Informazione asta 31/05/2018 19:00