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ASTA 140

lotto 40

  • Notte Emilio (Ceglie Messapica, BR 1891 - Napoli 1982)
    Le Beghine
    olio su tela cm 120x117,5
    firmato, iscritto e datato in alto a sinistra: E. Notte all’amico carissimo ... Papini 1916.

    Provenienza: Gall. Nuova Bianchi d’Espinosa, Napoli; Coll. privata, Napoli

    Nell’analizzare la vastissima produzione di Emilio Notte si rimane indubbiamente colpiti dalla sua straordinaria capacità di attingere a tanti linguaggi pittorici differenti, essendosi egli mosso praticamente fra tutte le principali correnti artistiche del ventesimo secolo, italiane o internazionali che fossero, nonché dalla sua profonda cultura pittorica e non, che gli fornì appunto nel tempo un ricco campionario di soggetti cui attingere a piene mani.
    Nel ricordare Notte inoltre ci pare sempre opportuno sottolineare l’importanza che ha avuto la sua costante attività didattica, in particolar modo all’interno della Accademia di Belle Arti napoletana (di cui egli ebbe nel secondo dopoguerra finanche la direzione), poiché ivi troppo a lungo stagnò una certa maniera ancora attardata su temperie e stili tipicamente ottocenteschi, ed appunto questo mirabile artista smosse gli animi dei proprio (notevolissimi) allievi aprendo i loro occhi sul ricco panorama delle avanguardie coeve o di poco precedenti.
    Costretto a spostarsi spesso al seguito degli impegni lavorativi paterni, Notte studiò a Napoli solo nel corso del 1906 (protetto da Vincenzo Volpe ed appassionato agli insegnamenti di Michele Cammarano), trasferendosi già l’anno seguente a Firenze (divenendo allievo, fra gli altri, di Giulio Aristide Sartorio), ove tessé una fitta rete di conoscenze assai significativa per la sua attività (anche successiva): vale la pena ricordare Plinio Nomellini, Giovanni Fattori, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Dino Campana, Aldo Palazzeschi; nel 1912 poi, lo stesso anno del conseguimento del diploma accademico e della prima partecipazione alla Biennale di Venezia (la decima), è fondamentale la conoscenza ed il sodalizio con Lorenzo Viani, col quale il nostro condivise l’attenzione per gli strati sociali più bassi ed umili del popolo (interesse che in realtà animò un po’ tutta la ricerca di Notte, poi comunista convinto non senza difficoltà).
    Le opere della prima fase fiorentina, dunque: «talvolta frutto di uno studio dal vero dei poveri dell’ospizio di Prato, indagano tanto la miseria della condizione umana, quanto i rituali collettivi degli strati più umili della società, raffigurati in dipinti di impianto corale» (citando Rosa Monaco). A questa serie vanno ascritti capolavori quali “I poveri di Prato” (1910), “Gli idioti” (1913), “Le beghine” (sempre del ’13), ispirato quest’ultimo ad una omonima poesia di Palazzeschi e del quale l’opera proposta (dedicata all’amico Papini) costituisce una diversa declinazione.

Stima €10000 - €15000
Informazione asta 23/11/2019 16:00