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  • Morelli Domenico (Napoli 1823 - 1901)
    Otello e Desdemona
    olio su tela, cm 22,5x35,5
    Siglato in basso a sinistra: DM
    a tergo: cartiglio Mostra Celebrativa BB.AA. Napoli 1927; timbro Coll. Mele, Napoli.

    Provenienza: Coll. Caporali, Napoli; Coll. A. Gualtieri, Napoli; Coll. E. Mele, Napoli; Coll. privata, Napoli

    Esposizioni: Napoli Sala Tarsia, 1920; Napoli, 1927; Milano, 1929; Roma, 1953; Napoli, 1955; Napoli, 1958; Napoli, 1961; Napoli, 2005; Napoli, 2006; Napoli, 2010

    Bibliografia:P. Levi, Domenico Morelli nella vita e nell'arte. Mezzo secolo di pittura italiana, Roma-Torino 1906, p.363;
    L’Illustrazione Italiana, n.28, 11 luglio 1920, p.51;
    Conti – Limoncelli, Celebrazione morelliana nella R. Accademia di Belle Arti in Napoli, maggio-luglio 1927, Napoli, p.36;
    A. Conti, Domenico Morelli, Ruggiero, Napoli 1927, tav. XVI;
    Maestri napoletani dell’Ottocento nella Collezione Gualtieri, Galleria Scopinich, Catalogo vendita all’asta Milano novembre 1929 n.38, tav. LXXVII;
    Mostra dell’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia, Roma Palazzo delle Esposizioni, marzo – maggio 1953, p.47;
    Mostra pittori napoletani dell’800, Hotel Royal Napoli, giugno 1955;
    L. Autiello (a cura di), La pittura napoletana del secondo Ottocento, Catalogo mostra Promotrice “Salvator Rosa” Napoli Villa Comunale Padiglione Pompeiano, aprile – maggio 1958, tav. XI;
    Maltese – Autiello – Schettini, Filippo Palizzi e Domenico Morelli, Catalogo mostra Villa Comunale di, Napoli 1961, n.104, tav.C;
    A. Schettini, La Pittura napoletana dell’Ottocento, Napoli 1967;
    Catalogo dell’Arte italiana dell’Ottocento, n.13, Giorgio Mondadori, Milano, 1984, ill. b/n p. 52;
    R. Caputo, L’Ottocento napoletano nelle collezioni private, Napoli 1999, tav. 17 p. 50;
    L. Martorelli (a cura di), L’Ottocento napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero, Catalogo mostra Modena 2003, p.XI;
    L. Martorelli – R. Caputo, La Pittura italiana dell’Ottocento nelle collezioni private italiane. L’Ottocento Napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero, Catalogo “Vittoria Colonna”, n.11, Napoli 2003, p. XI;
    L. Martorelli (a cura di), Domenico Morelli e il suo tempo 1823-1901. Dal Romanticismo al Simbolismo, Catalogo mostra Napoli 2005-2006, tav. 55 pp. 124-125;
    Casa d’Aste Vincent, Catalogo vendita all’asta, Napoli 12/03/2010 n.32, lotto 299; Ottocento. Catalogo dell’Arte italiana Ottocento – primo Novecento, n.40, Milano 2011, p. 383;
    G.L. Marini, Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, ed. XXIX, Torino 2011/2012, p. 535;
    R. Caputo, La Pittura napoletana del II Ottocento, Di Mauro Editore,
    Sorrento (NA) 2017, p.17;

    L’Otello uccide Desdemona fa parte dei dipinti a soggetto letterario di Domenico Morelli, tipici degli anni Sessanta e testimonia il suo interesse per i drammi di Shakespeare e in generale per la letteratura straniera, i cui temi furono il nerbo della riforma della pittura di storia, operata da Morelli stesso, in direzione di una prospettiva veristica.
    “Morelli dotato di prodigioso istinto pittorico, dominava i poeti che leggevamo insieme. E chi potrebbe ridire degli entusiasmi in noi destati dalla lettura di Dante, di Shakespeare, di Schiller, di Byron?”. Cosi Saverio Altamura descriveva, nel 1847, la scoperta della letteratura straniera da parte dei pittori che cominciavano ad allontanarsi dai precetti e dalle lezioni dell'Accademia di Belle Arti di Napoli per avvicinarsi alla scuola di Francesco De Sanctis. Nel caso di Morelli l'avvicinamento ai nuovi insegnamenti fu senz'altro dovuto anche alla frequentazione letteraria con Pasquale Villari, suo futuro cognato in quanto fratello di Virginia, che sposò successivamente il Morelli. Dall'entusiasmo per la letteratura straniera e dalla prolifica fantasia di Morelli, nacquero dunque due piccole opere (oltre alla presente anche Otello contempla il cadavere di Desdemona), quasi due fotogrammi, dedicati agli ultimi attimi della tragedia di Otello e Desdemona. Rispetto alle opere degli anni Cinquanta, in cui era predominante il carattere descrittivo che indicava una chiara leggibilità del soggetto, in quelle del decennio successivo, cui appartiene il nostro Otello, domina la valenza del sentimento che rende chi guarda partecipe del dramma che si sta consumando.
    La veloce e impetuosa pennellata di questo dipinto, che fa uniche le opere di Morelli, carica di pathos, è essa stessa esplicativa dei messaggi interni della scena, del suo tempo narrativo e di tutto il dramma che in essa si riassume.

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Informazione asta 20/06/2020 18:00