Le aste sono disponibili solo online causa COVID-19 Avviso
thumb
thumb
thumb
  • Brancaccio Carlo (Napoli 1861-1920)
    Giornata uggiosa
    olio su tavola, cm 30,5x19,5
    firmato e iscritto in basso a sinistra: C. Brancaccio Paris

    Provenienza: Coll. privata, Milano; Coll. privata, Napoli

    Esposizioni: Napoli, 1983; Milano, 2009

    Bibliografia:Galleria Bianchi d’Espinosa, Catalogo n.72, Napoli febbraio 1983, Tav..27; Casa d’Aste Finarte, Catalogo d’asta, Milano 2009, Lotto 18, p.43; R. Caputo, La Pittura napoletana del II Ottocento, Di Mauro Editore, Sorrento (NA) 2017, p.375.

    Salvatore di Giacomo, scrivendo di Brancaccio, osservò che «le opere di questo artista di grande e sicuro talento nascono da un piacere diretto che egli sente davanti la natura e davanti al bello: Brancaccio quando lavora si diverte particolarmente: i suoi soggetti di plein air, l'interessano, lo seducono, ed egli vi entra con foga, passione e curiosità. Non ha mai conosciuto né scuola né accademia, fa da sé. Egli ha tirato dal nostro adorabile paese, dalla nostra viva e vera Napoli le fisionomie più strane, e le più caratteristiche per suggestionare i temperamenti più differenti». “Riscoperto” dagli stranieri per i suoi animatissimi scorci parigini che fanno tanto Belle Epoque e per le scintillanti vedute veneziane, amatissimo dai partenopei per la solarità delle sue scene della vecchia Napoli, talvolta derivate da modelli fotografici, più ancora che in questi dipinti d'indubbio richiamo per la gradevolezza e la complessità scenografica, Brancaccio tocca vertici di poesia in questa vaporosa opera, in cui è meno descrittivo e più lirico. Benché, com'egli stesso ammetteva, fosse debitore ai consigli di Dalbono, seppe subito conquistarsi un linguaggio personale che, volendo ad ogni costo riferirlo alle suggestioni del ricco filone della pittura partenopea tardo-ottocentesca, potrebbe definirsi equidistante tra Migliaro e Dalbono, ma arricchito da un originale processo di sensibilizzazione della materia cromatica arricchita dalle particolari atmosfere conosciute nei suoi lunghi soggiorni parigini. Il pittore che amò viaggiare molto, allo scoppio della prima guerra mondiale ritornò in patria, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita a Napoli, inspiegabilmente dimenticato dai suoi concittadini, come indigente ospite dell’Albergo dei poveri di Napoli a Piazza Carlo III, fino alla sua morte avvenuta nel 1970, vittima di un incidente stradale.

Stima €8000 - €15000
Informazione asta 10/12/2020 17:00