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ASTA N. 108

lotto 243

  • Mancini Francesco (Napoli 1830 - 1905)
    In riva al fiume
    olio su tela, cm 50x87
    firmato e datato in basso a sinistra: F. Mancini 67

    Bibliografia: OTTOCENTO Catalogo dell'arte Italiana dell'Ottocento n. 40, Ed. Metamorfosi Milano 2011, pag. 349 in b/n

    Non sarebbe errato considerare Francesco Mancini quale un predestinato lungo la scia della grande tradizione paesistica di scuola napoletana, quella inaugurata da van Pitloo e dal Gigante: il Mancini infatti già andava rinnovando in senso naturalistico l’opera del suo primo maestro, Gabriele Smargiassi, tralasciando cioè i quadri di composizione (e dunque di invenzione) in favore di una rappresentazione di paesaggi solidamente sorretta da una attenta visione del dato reale, quando l’incontro diretto col geniale “rivoluzionario” Filippo Palizzi, e poi con i vari pittori di scuola calabrese, non fece che confermare e rafforzare le sue precoci ma assai moderne intuizioni; da allora si disse opportunamente di Francesco che egli non dipinse «un albero, una casetta o tutt’altro senza averlo prima studiato dal vero».
    Se dunque nell’opera qui proposta non manca un evidente afflato poetico (che potremmo pure definire romantico, con un certo azzardo), un’impronta cioè delle prime influenze di Smargiassi sull’arte del Mancini, è senza dubbio alla temperie più moderna dell’artista che dobbiamo ascrivere la sua tela: lo spazio ambientalistico infatti richiama appieno i dittami della riforma palizziana, adoperando cioè per lo sfondo una macchia sintetica ed impressionistica, non priva tuttavia di alcune sottigliezze artistiche, mentre appunto emerge con evidente forza sul primo piano una straordinaria cura nella resa di ogni più minimo dettaglio naturalistico, dalle più disordinate masse di arbusti ai singoli e fragili fili d’erba palustre, affinché risulti il più fedelmente possibile restituita la percezione visiva del reale; ancora più sorprendente è l’effetto specchiante del corso d’acqua, volutamente calmo (nonostante le logiche increspature che, causate dalla elementare imbarcazione, dovrebbero agitarlo) per permettere all’autore di far mostra di tutto il suo virtuosismo (contravvenendo, con giocosa immodestia, all’intransigente rigore proprio invece del maestro Palizzi).
    In questo idillico ambiente, fra i suoi colori (e quasi potremmo dire profumi), pure la figura umana, che occupando perfettamente il centro della composizione dovrebbe attirare a sé gli sguardi dei vari spettatori, finisce quasi per scomparire alla vista, non va cioè a disturbare l’immersiva esperienza polisensoriale del paesaggio che si staglia sterminato e selvaggio sotto i nostri occhi.

Stima €8000 - €13000
Informazione asta 03/12/2016 17:00