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ASTA N. 113

lotto 90

  • Migliaro Vincenzo (Napoli 1858 - 1938) Piazza Mercato olio su tela, cm 25x35 firmato in basso a destra: Migliaro

    Provenienza: Coll. privata, Ischia; Coll. privata,Napoli
    Esposizioni: Napoli, Galleria Vittoria Colonna, 1992
    Bibliografia:G.L. Marini, Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, ed. XIII,Torino 1995-96, p. 381; R. Caputo, Vincenzo Migliaro, Napoli 2001, tav.28

    Come sapientemente scritto da Raffaello Causa, «Chi vuoI vedere una Napoli vera, riprodotta con occhio schietto ed impietoso, così come non seppero mai farlo tutti gli altri che la dipinsero, cantarono o descrissero tra il 1830 e il 1930, ebbene ricorra alla pittura di Migliaro, il“reportage” più diretto, spregiudicato e graffiante [ ... ] uno dei risultati più autentici dell’arte nostra al termine della sua grande parabola, Migliaro del quale ogni volta più mi stupisce il ripudio istintivo d’ogni luogo comune sulla “napoletanità”, quel suo imprevedibile estro che gli permette di uscir fuori dalle strettoie del repertorio abituale per ricercare certe sue “strettoie” assolutamente prosastiche, ntituristiche, conturbanti e misteriose, in una Napoli affatto disinteressata alle sirene ed ai ruderi archeologici e indifferente al labile giuoco della conclamata bellezza “cielo e mare”»
    (Cfr. R. Causa, Salvacondotto per Migliaro, in “N’ferta napoletana”, Napoli 1968, p. 80)
    Di una Napoli minore, ma caratteristica, Migliaro fu l’interprete più costante, autentico ed affettuoso. Una vera e propria passione, la sua, per la città.
    Questa volta Migliaro, con la sua opera, ci porta a soffermare lo sguardo a Piazza Mercato, dove in primo piano c’è quello che rimane di una delle due
    fontane con obelischi di piperno che Francesco Sicuro sistemò nel 1788 nell’antico slargo angioino “per terminazione della piazza e per comodità di
    abbeverare gli animali” (Cit. Celano-Chiarini, vol. IV, p. 198). Le fontane, di eguale disegno, sono formate da una piramide sopra un alto basamento
    ornato di festoni e ghirlande. Quattro mascheroni ai lati e quattro sfingi alla base completano l’architettura. La prospettiva è invece quella che, avendo alle spalle la chiesa di Santa Maria del Carmine, guarda la trecentesca chiesa di S. Eligio, protettore degli orefici, con la sua possente struttura gotica, l’arco e il famoso orologio. Migliaro però ama fornirci la testimonianza del caotico inserimento di baracche, tendoni e del brulicante passeggio che da sempre ha caratterizzato l’aspetto di questo spiazzo, indifferente alle più drammatiche vicende storiche della città a cui fece da palcoscenico, come la decapitazione di Corradino di Svevia, l’insurrezione nel 1647 del pescivendolo Masaniello e il martirio dei patrioti della breve Repubblica napoletana del 1799.

Stima €12000 - €18000
Informazione asta 08/04/2017 17:00