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ASTA N. 134

lotto 65

  • Morelli Domenico (Napoli 1823 - 1901)
    Figura femminile
    olio su tela, cm 58,5x40,5
    firmato in basso a sinistra: D. Morelli
    datato e dedicato in basso a destra: All'Illustre G. Bovio in segno di stima 1887

    A partire dagli anni Settanta del secolo diciannovesimo Domenico Morelli prese ad appassionarsi sempre più, traducendoli in pittura, all’Oriente, ai suoi paesaggi, alle sue popolazioni, seguendo una temperie comune a molti artisti italiani del tempo e soprattutto a quelli appartenenti alle scuole pittoriche meridionali, di quelle zone del paese cioè ove andavano sempre più diffondendosi certi circoli scientifici dediti agli studi etnologici (e darwinisti). Se tuttavia l’artista mai compì come è noto il pellegrinaggio orientale che impegnava tanti suoi contemporanei, è altrettanto lapalissiana l’illusione di veridicità che le suo opere di questo filone riescono a trasmettere, e già allora un attento semitista quale Renan, autore della ‘Vie de Jésus’, finì per esserne ingannato.
    L’opera proposta non può certo ascriversi strettamente ai soggetti orientalisti morelliani, e tuttavia non può considerarsene completamente affrancata. Specialmente il velo (parte integrante forse di un corredo nuziale?), che coprendo quasi per intero il busto femminile s’impone come vero protagonista stilistico della composizione, rimanda irrimediabilmente alle belle odalische dipinte dal Morelli, spesso perdute fra prestigiose collezioni private (almeno una è visibile in Milano, alla Casa di Riposo per Musicisti della Fondazione Verdi), e dunque a quel capolavoro che è la ‘Sultana’ (sempre a Milano, Fondazione Balzan), di appena tre anni precedente alla nostra tela; del tutto caratteristica è la corposità che a queste stoffe dona un pittura puramente di macchia, che tuttavia non si esime (in piena aderenza ai dittami della poetica del vero) dal mostrare in trasparenze i sinuosi dettagli del corpo femminile, con un risultante “vedo non vedo” che in quest’opera particolare gioca fra immacolata innocenza e seduzione.
    Destinatario dell’opera fu Giovanni Bovio (1837 – 1903), celeberrimo storico e filosofo del diritto d’origine pugliese ma napoletano d’azione, d’idee antimonarchiche e repubblicane; pari alla sua fama (si ricordi che gli è intitolata l’antica Piazza Borsa in Napoli) su quella del figlio Libero, poeta e paroliere di numerosi capisaldi della canzone classica napoletana.

Stima €15000 - €25000
Informazione asta 01/12/2018 18:00