Brancaccio Giovanni (Pozzuoli, NA 1903 - 1975)
Maternità
olio su tela, cm 76,5x64
firmato in basso a destra: G. Brancaccio
a tergo iscritto e firmato: Per l'autentica Giovanni Brancaccio
Bibliografia: R. Lucchese, Brancaccio, De Luca, Roma 1972, Ill. 17, in b/n
Formatosi presso il Museo Artistico Industriale, Giovanni Brancaccio si produsse con costanza nella grafica, ma è indiscussa la sua sicura abilità nelle più svariate tecniche artistiche, fra le quali vale la pena ad esempio ricordare la scenografia, che lo vide al lavoro per la compagni dei De Filippo, e l’affresco, di cui due maestosi esempi, realizzati per la Prima Triennale delle Terre d’Oltremare (1940) a Napoli, sono tutt’oggi visibili. A tale multiforme maestria va inoltre associata una profonda cultura figurativa in grado di abbracciare quasi tutta la Storia dell’Arte italiana, senza ovviamente trascurare l’attenta osservazione di ciò che andavano realizzando i suoi colleghi coevi. In particolare la conoscenza della migliore pittura del Quattrocento e del Cinquecento furono alla base del suo periodo artistico probabilmente più felice, allorché negli anni ’30 fu figura di spicco a Napoli del Novecento di Margherita Sarfatti, moltiplicando così le proprie partecipazioni alle Sindacali tanto locali che nazionali, nonché alle Biennali veneziane ed alle Quadriennali di Roma. L’opera proposta è un esempio della costante presenza della figura femminile, assolutamente privilegiata, all’interno della produzione di Brancaccio. Particolarmente poi alle varie donne ritratte proprio nel periodo di adesione a Novecento pare ben adattarsi il giudizio dato al tempo da Ugo Ojetti, il quale affermando che «le dipinge come le vede, in colori chiari e tranquilli» colse felicemente tanto l’attenzione al vero che comunque animò tutta la ricerca di Brancaccio, tanto l’essenza della tavolozza dell’artista, frutto di studiati e raffinati accostamenti cromatici, segno ulteriore della sua vasta conoscenza storico-artistica.