Scoppetta Pietro (Amalfi, SA 1863 - Napoli 1920) La modella olio su cartone, cm 44,5x31,5firmato in basso a destra: P. ScoppettaA Napoli per breve tempo come studente del Real Istituto di Belle Arti, Pietro Scoppetta si trasferì definitivamente in città nell’ultimo decennio dell’Ottocento. L’attuale capoluogo campano viveva al tempo anni di grande fermento, e non solo artistico (con l’ovvio scontro fra tradizione e nuove istanze portate avanti dalle Secessioni): era in corso infatti il radicale riassetto urbano previsto dal grande Risanamento, ed il nostro vi ebbe anche una piccola parte partecipando alla decorazione della rinnovata birreria Gambrinus.Lo spirito irrequieto che lo spinse per tutta la vita a viaggiare molto lo volle comunque a Parigi già nel corso degli stessi anni, con saltuari ritorni alla città di Partenope (ove sarà nuovamente stabile solo fra primo e secondo decennio del secolo successivo): di fatto Scoppetta non fece che seguire la strada già percorsa da tanti altri suoi conterranei (Caputo, Ragione) verso il centro artistico e più in generale culturale dell’epoca. Nella Ville Lumière (e nei vari centri europei che ebbe modo nel tempo di visitare) l’artista portò ad ulteriore sviluppo la sua già forte tendenza allo schizzo ed alla rapidità di mano, quasi facendosi un reporter visivo delle forsennate e mutevolissime dinamiche metropolitane: ne è un bell’esempio l’opera proposta, dal tratto spiccatamente boldiniano che quasi dà l’illusione d’essere un pastello (o magari un acquarello) piuttosto che un olio, sebbene non sia superata né abbandonata una certa solidità volumetrica di chiara eredità partenopea; anche il soggetto femminile comunque, via via sempre più frequente nelle opere di Scoppetta quale simbolo della raffinatezza ed in qualche modo anche della vacuità della belle époque, è un tema comune a Giovanni Boldini (autore che il nostro ammirò molto). Si può infine ben notare come si fosse invece enormemente ridotta la tavolozza scoppettiana, che arrivò appunto a consistere stando alle parole dello stesso artista (in questo caso assolutamente confermate) di tre soli colori: l’oltremare scuro, il giallo cadmio, la garanza rosa.