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ASTA 141

lotto 115

  • De Gregorio Marco (Resina, NA 1829 - 1876)
    Villa Domi allo Scudillo
    olio su tela, cm 33x26
    firmato e datato in basso a sinistra: M. De Gregorio 1870
    a tergo timbri Galleria Nuova Bianchi d'Espinosa, Napoli

    Fra una produzione ricca solo sulla carta, cioè secondo le attestazioni documentarie, poiché nella pratica in gran parte dispersa, gli scorci paesaggistici ritratti da Marco De Gregorio si concentrano per lo più, come è ovvio immaginare, nei dintorni di Portici e Resina, i luoghi d’elezione da cui originarono i molteplici appellativi dati a quella “scuola” (termine non perfettamente calzante) pittorica che l’artista fondò insieme all’amico Federico Rossano negli anni Sessanta dell’Ottocento (con un programma di stretta aderenza alla visione del vero naturale); sovente possono poi scorgersi paesaggi insulari, generalmente capresi, mentre più di rado si ritrovano spaccati di vita di paese, selezionati di volta in volta nell’ampio ventaglio offerto dall’entroterra o dalle coste della Campania.
    Il soggetto dell’opera proposta pertanto costituisce di fatto un unicum (almeno nella produzione da noi conosciuta di cui si è detto), portando su tela una porzione della lunga salita dello Scudillo, che tutt’oggi (seppur tristemente in rovina) unisce il rione Sanità ai Colli Aminei di Napoli attraverso un percorso di fitta vegetazione (al tempo, tanto che secondo alcuni il nome della strada deriverebbe dalle lunghe ombre gettate su di essa dagli alti alberi che la costeggiavano). Quest’ultima area, offrendo una bella vista panoramica ed al contempo situandosi non distante dalla dimora reale di Capodimonte, già da tempo era allora contesa fra le più potenti famiglie partenopee per farne luogo delle proprie residenze. Villa Domi infatti, una struttura settecentesca composta di due fabbricati disposti a L (secondo il gusto dell’epoca), oggi ancora in piedi, fu di proprietà di una delle più importanti stirpi attive in Campania fra diciottesimo e ventesimo secolo, gli svizzeri Meuricoffre (dal Tedesco Moerikhofer), originari del Canton Turgovia: a Napoli nella seconda metà del Settecento per procurarsi sete pregiate, rapidamente conquistarono la fiducia dei sovrano fino a raggiungere il culmine del proprio potere fra i regni di Francesco I e Ferdinando II, potere che si tradusse come è ovvio in un attento e costante mecenatismo artistico. L’edificio di nostro interesse, allora in realtà denominato “La Fiorita”, fu infatti decorato fra il 1874 e l’anno successivo dallo scultore calabrese Francesco Jerace secondo un programma che esaltando la commistione (in realtà quasi fusione) fra architettura e natura si delineava di gusto spiccatamente neorinascimentale; vale qui la pena rapidamente ricordare il lungo fregio sul muro perimetrale della sala da pranzo (raffigurante le quattro stagioni), il monumentale camino della sala delle feste ed il celeberrimo (poiché riportato su varie stampe dell’epoca) gruppo di Amore e Psiche sulla lunetta della facciata che dà sul parco della villa.

Stima €8000 - €12000
Informazione asta 23/11/2019 19:00