Le aste sono disponibili solo online causa COVID-19 Avviso
thumb
thumb
thumb
  • De Gregorio Marco (Resina, NA 1829 - 1876)
    Preghiera araba
    olio su tela, cm 70x32
    firmato e datato in basso a sinistra: De Gregorio 1870

    Provenienza: Coll. Accardi, Napoli; Coll. privata, Napoli

    L’interesse per l’Oriente è nell’Ottocento più generalmente culturale e spirituale, tanto cioè oggetto di curiosità scientifica che meta esotica di pellegrinaggio o meglio di fuga dal mondo occidentale (sempre più meccanicizzato ed opprimente) in cerca di un’esistenza più semplice ed autentica; permeando dunque questo “Orientalismo” svariati aspetti della vita umana anche le arti ne subirono inevitabilmente il fascino, e ben presto fra i vari pittori andarono distinguendosi coloro che fecero tramite uno o più viaggi effettiva esperienza del mondo orientale rispetto agli altri che invece si limitarono a restituirne solo fantasiose rappresentazioni.
    Marco De Gregorio, che fu fra i fondatori della cosiddetta Scuola di Resina in aperta opposizione al sentimentalismo romantico e più in generale ad ogni pittura non rigorosamente aderente al vero, non poté dunque esimersi dal partire, e fu in effetti in Egitto dal 1869 al 1871 (ivi furono anche, nel medesimo periodi, altri artisti quali Vincenzo Marinelli e Giuseppe Benassai), ospite del viceré (poi khedivè) Isma’il Pascià, uomo di potere a suo volta profondamente affascinato dalla cultura europea: per sua iniziativa infatti fu installato in Central Park a New York il celebre obelisco, e sempre per sua volontà il nuovo teatro d’opera del Cairo fu inaugurato (in occasione del completamento del Canale di Suez) con l’Aida di Giuseppe Verdi; da Francesco Netti sappiamo che fu proprio De Gregorio a dipingere il sipario per il teatro suddetto, nonché che egli rifiutò poi l’incarico propostogli dal khedivè in persona di rimanere in Egitto quale direttore della scenografia della neonata Opera.
    Non discostandosi affatto dai principii fondamentali della Scuola di Resina il nostro autore s’adoperò anche in Egitto in una pittura assolutamente realista (e all’insegna di una peculiare indagine luministica), ed anche al suo ritorno in Campania egli portò con sé materiali sufficienti a dedicarsi ancora un po’ al filone orientalista senza alcuna concessione alle fantasie esotiste tanto in voga al tempo. La rara produzione di De Gregorio all’insegna di questo filone si colloca tuttavia nel problematico orizzonte di una più generale dispersione della sua opera, tanto che oggi fra proprietà pubbliche e private si conosce giusto una scarsa decina di dipinti che testimoniano il viaggio in Egitto dell’autore: a Napoli si conservano ‘Mercato arabo’ (Accademia di Belle Arti), ‘Fumatori di oppio’ (Museo di Capodimonte, ma una seconda versione di dimensioni ridotte è in collezione privata), ‘Ragazzi egiziani’ (Museo di San Martino), mentre si hanno tracce dell’esposizione in occasione delle promotrici locali del 1871 e dell’anno successivo di ‘Tipi arabi’, ‘Conversazione nella moschea’ e ‘Arabo che prega nella moschea’, quest’ultima da identificarsi forse con la tela qui proposta.

Stima €13000 - €18000
Migliore Offerta Pervenuta 0
Prossima Offerta Minima 6000
N° offerte 9
Informazione asta 20/06/2020 18:00