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  • Palizzi Francesco Paolo (Vasto, CH 1825 - Napoli 1871)
    Natura morta con pesci
    olio su tela, cm 32,5x40
    firmato in basso a sinistra: Fran. Paul Palizzi

    Provenienza: Coll. A. Portolano, Milano; Coll. privata, Napoli

    Bibliografia: A. Schettini, La Pittura napoletana dell’ Ottocento, Napoli 1967; I vol, p.199; A. Schettini, La Pittura napoletana dell’Ottocento, Napoli 1973; I vol, p.199; Catalogo Bolaffi dell’Arte italiana dell’Ottocento, n.12, Giorgio Mondadori, Milano, 1983, ill. b/n p. 261; Ottocento. Catalogo dell’Arte italiana dell’Ottocento n.24, Mondadori, Milano 1995, ill. b/n p. 173; R. Caputo, La Pittura napoletana del II Ottocento, Di Mauro Editore, Sorrento (NA) 2017, p.132.

    Abbandonata l’idea di diventare un pittore di quadri di storia, Francesco Paolo Palizzi dalla pittura di Gennaro Guglielmi (1804-1837) che, sull’esempio di Salvatore Giusti (attivo a Napoli tra il 1815 e il 1845), aveva ravvivato il gusto per la composizione di nature morte. Inizialmente Francesco Paolo Palizzi elabora i dati dal vero con un chiaroscuro piuttosto cupo, di tipo seicentesco. In seguito, con le nuove peculiarità naturalistiche perseguite dal fratello Filippo, i suoi quadri gradualmente si illuminano sempre più, con il gioco delle ombre reso più lieve, i colori più vivi, la pennellata più rapida, la pittura più brillante. Un fresco realismo identifica in particolare questa Natura morta con pesci che, per dirla con il Somaré, fa ravvisare nell’opera del Palizzi la perizia di un seicentista attualizzato (Somaré, La pittura italiana dell’Ottocento).
    La pittura di Francesco Paolo è raramente reperibile in Italia, sia perché gran parte di essa è rimasta in Francia, ove egli operò per un ventennio, dal 1848 al 1869 fino agli albori della guerra franco-prussiana, sia per la brevità della vita stessa dell’artista. Ma le sue rare opere note bastano per assegnargli un ruolo importante nell’ambito della pittura del XIX secolo, che egli contribuì validamente a modernizzare, partecipando attivamente a quel processo di rivalutazione cui avevano dato abbrivio i petits maitres olandesi e fiamminghi e grazie al quale la natura morta si sarebbe riscattata dalla soggezione gerarchica nei confronti degli altri “generi”, divenendo essa stessa pittura di valori.

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Informazione asta 20/06/2020 18:00