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  • Palizzi Giuseppe (Lanciano, CH 1812 - Passy 1888)
    Pastorello con caprette
    olio su tela cm 34,5x47
    firmato in basso a destra: G. Palizzi
    a tergo cartiglio Bottega d'arte Livorno, Montecatini Terme

    Provenienza: Coll. privata, Modena


    Avviatosi in età più tarda della norma (grazie ad una speciale dispensa) agli studi di pittura presso il Real Istituto di Belle Arti di Napoli, l’abruzzese Giuseppe Palizzi (il maggiore per età fra i celebri fratelli) ebbe per maestri sia Anton Sminck van Pitloo che Gabriele Smargiassi, trovandosi dunque avviato tanto ad i quadri di composizione d’impronta certamente più tradizionale che alle novità portate nella pittura di paesaggio dalla Scuola di Posillipo. Con Smargiassi tuttavia vennero a svilupparsi dissidi (tanto per motivazioni politiche che estetiche) via via sempre più insostenibili, finché Palizzi prese la decisione di lasciare la Capitale delle Due Sicilie e l’ambiente accademico a lui odioso per stabilirsi in via definitiva a Parigi, già al tempo centro nevralgico di tutta l’arte e la cultura europea: questo trasferimento, combinandosi ad i contatti con la madrepatria che il nostro non interruppe mai del tutto, scambiandosi molte lettere col fratello Filippo (che a Napoli diede il via insieme a Domenico Morelli ad una radicale rivoluzione in ambito artistico), si rivelò in seguito salvifico per i tanti conterranei che si mossero via via alla volta della Francia, trovando in Giuseppe un punto di riferimento stabile e sempre disponibile.
    In Francia Palizzi preferì comunque agli agi ed all’eleganza della Capitale dimorare presso Passy, nelle vicinanze della foresta di Fontainebleau, ove erano già soliti riunirsi gli esponenti della Scuola di Barbizon, coi quali dunque il nostro costruì un duraturo sodalizio, tanto sul piano più propriamente sociale (cioè amicale) che su quello estetico, ritrovando in essi gli stessi ideali di adesione al vero in ambito artistico che come s’è accennato il fratello propugnava in Italia. Questa comunione d’intenti tuttavia non pare oggi essersi sempre realizzata pienamente, poiché capita di sovente di rintracciare nei dipinti di Giuseppe Palizzi un vago lirismo che tende all’idillio e che ricorda così più le poetiche dei posillipisti che i più aggiornati esiti pittorici dei barbizonnier: ecco allora che nell’opera proposta il giovane pastorello, dal canto suo già in atteggiamento sufficientemente trasognato, sembra con-fondersi fra le sue caprette, che a loro volta poi lo ricambiano con sguardo dubbioso ed insieme quasi ammiccante, come se allo stesso tempo s’interrogassero sui pensieri del loro padrone eppure ne conoscessero già la più intima natura.

Stima €9000 - €14000
Informazione asta 10/12/2020 17:00