Michetti Francesco Paolo (Tocco di Casauria 1851 - Francavilla 1929)
Nunziata
Olio su tavola cm 16,6x11,6
firmato in basso a destra: Michetti; dedicato in basso al centro: all''amico Fagan
Provenienza: Coll . L. Jozzi, Napoli; coll. privata, Napoli
Bibliografia: A. Schettini, La pittura napoletana dell'Ottocento, E.D.A. R. T., Napoli 1967, vol I, p. 127 a colori; Raccolta Lucio Jozzi, Napoli 1967
Francesco Paolo Michetti rientra a ragione nel novero di quegli artisti dell’Ottocento italiano mai dimenticati dagli studiosi di settore nonché conosciuti comunemente anche dal più vasto pubblico. Ricordato principalmente come pittore e poi come scultore (arte cui s’avvicinò su consiglio di Costantino Barbella), più di recente è stata approfondita la sua passione per la fotografia mentre ancora troppo frammentarie sono le testimonianze circa la sua attività di cineasta, certo molto avanti sui tempi.
Talento assai precoce, Michetti si formò ovviamente in quel clima di radicali innovazioni che sconvolsero l’ambiente artistico di scuola napoletana a metà Ottocento, prima e brevemente presso il locale Istituto di Belle Arti (da cui si allontanò per questioni disciplinari) e poi indipendentemente grazie alla guida dei grandi artisti che il suo genio seppe subito conquistare, fra cui vanno citati soprattutto Edoardo Dalbono e Domenico Morelli, ma sempre preferendo i soggetti più tipicamente palizziani, specialmente gli animali, modelli che come scrisse Ojetti in fondo non costavano nulla. Il giovane pittore non mancò intanto di stringere salde amicizie con vari coetanei, quali Gemito e Mancini o i componenti della ormai prossima Scuola di Resina.
La fama locale ebbe modo di ingigantirsi com’è facile immaginare per tutta la Penisola, consacrata da molteplici esposizioni, così che con altrettanta precocità Michetti conquistò un contratto col mercante Reutlinger (più tardi avrebbe collaborato col principale concorrente di quest’ultimo, ovvero Goupil) e dunque l’accesso ai prestigiosi Salon parigini: fu solo l’inizio del successo dell’artista anche nel panorama internazionale.
L’opera proposta, certo un piccolo capolavoro del maestro, riporta alla sfera più privata di quest’ultimo: la ritratta Annunziata Cermignani infatti divenne sua sposa nel 1888, in una cerimonia singolarmente privata e con pochi presenti per non suscitare commenti poco graditi sul fatto che i due avessero già un figlio, Giorgio; il tutto si tenne fra le mura del “conventino”, appunto un abbandonato convento quattrocentesco in Francavilla al Mare che il Michetti acquistò ed adattò a casa-studio: là, più volte ospite in virtù di una grande e nota amicizia, Gabriele D’Annunzio compose ‘Il piacere’, ‘L’innocente’ e ‘Il trionfo della morte’. Resta dunque solo da chiedersi se la dedica in basso al centro del dipinto riguardi o no Louis Alexander Fagan, incisore e storico dell’Arte (oggi ricordato per lo più come curatore del British Museum) coetaneo di Michetti e nato proprio a Napoli, nipote del grande archeologo e pittore Robert che fra il tardo diciottesimo e gli inizi del diciannovesimo secolo molto si mosse per l’Italia fra Roma, Firenze ed appunto la capitale borbonica.