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  • Rossano Federico (Napoli 1835 - 1912)
    Mucca al pascolo
    olio su tela cm 45x60
    firmato in basso a destra: Rossano
    a tergo cartiglio Mostra del paesaggio napoletano dell'Ottocento A. XIV
    Provenienza: Gall. Giosi, Napoli; Finarte, Milano; coll. privata, Modena

    Esposizioni: Napoli settembre 1936; Napoli 1983; Milano 1988; Napoli 1989

    Bibliografia: Il paesaggio nella pittura napoletana dell’Ottocento, Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti, Napoli 1936, pag. 86; R.Caputo, Federico Rossano, Grimaldi C. Ed. Napoli 2000 tav XXXIII; Vendita all'asta Gall. Giosi Napoli 1983, n. cat 49; Cat. asta Finarte Milano 1988; Ottocento. Catalogo dell’Arte italiana dell’Ottocento n.17, Mondadori, Milano 1988, ill. b/n p.367; Vendita all'asta Gall. Giosi, Napoli 1989 n. cat 56 a colori

    Da paesaggista attivo a Napoli e dintorni nel corso del secolo diciannovesimo Federico Rossano non poté che ispirarsi innanzitutto alla temperie della grande Scuola di Posillipo, di cui riprese appunto un certo afflato lirico, finendo poi per farsi notare finanche dal celebre maestro e caposcuola Giacinto Gigante. La sua strada più propria ed autentica il nostro tuttavia l’intraprese solo allorché, trasferitosi a Portici presso l’amico Marco De Gregorio, con questi ed altri artisti (Belliazzi, De Nittis, Campriani, per citarne giusto qualcuno) diede il via al movimento noto quale Scuola di Resina o Repubblica di Portici; fin dal manifesto i sodali affermavano la necessità del rappresentare la natura così com’era, senza alcun orpello intimista: un principio, insomma, che portando ad estreme conseguenze la lezione che già da un po’ propugnava Filippo Palizzi appare diametralmente opposto alla pittura si sentimento caratteristica dei posillipisti.
    Nei fatti tuttavia risulta difficile non ritrovare nei dipinti di Rossano tracce del suo animo complesso e spesso malinconico (anche a causa del tumultuoso rapporto con i famigliari i quali, non accettando la sua vocazione alla pittura, lo relegarono ad uno stato di semi-diseredato). Quando difatti l’autore si trasferì in Francia nel corso degli anni Settanta dell’Ottocento, egli trovò una collocazione ideali fra i membri della Scuola di Barbizon, i quali predicavano una stretta vicinanza fra uomo e Natura, se non una vera e propria comunione per cui il primo finiva per confondersi nell’altra. L’opera proposta appartiene certamente a questo periodo trascorso nelle terre d’Oltralpe, ma non solo per la sottile tristezza che pare qui e là trasudare dalla tela, fra gli alberi spogli che sembrano stagliarsi nudi e solitari contro il cielo. Passeggiando per i dintorni di Parigi infatti la tavolozza di Rossano prese a schiarirsi, arricchendosi soprattutto di toni rosei, nella ricerca da parte dell’artista della migliore resa luministica in pittura di specifici momenti della giornata, quali alba e tramonto: pare appunto costituire un buon esempio di questa nuova poetica la tela in asta, in cui l’aurora baluginante a stento riesce ad illuminare e riscaldare la contadinella sveglia ed al lavoro già da tempo, probabilmente diretta al pascolo.

Stima €9000 - €14000
Informazione asta 04/12/2021 19:00