Un primo viaggio a Venezia
fu compiuto da Rubens Santoro (1859-1941) nei primissimi anni Ottanta del secolo
XIX. Da allora la produzione veneziana dell’artista d’origine calabrese non ha
mai conosciuto sosta.Oltre alle vedute più
complesse e di grande respiro, in cui le architetture della città dominano la
composizione e risplendono all’intensa luce solare, che lo hanno reso celebre e
unico, Santoro ha dato vita anche a un tipo di composizione legata alla sola
rappresentazione del mare, volta al raggiungimento di effetti squisitamente
atmosferici.La tavola in oggetto,
venduta nel 1964 in un’asta di Sothebys-Londra, rientra in questa seconda
tipologia: ai grigi e agli argenti del cielo e del mare, resi nella spasmodica
ricerca della luce, si combina la presenza di rare imbarcazioni dalle
geometriche vele. Questo dipinto può essere messo a confronto con le Barche a
Chioggia, edito nel 2003 (Catalogo della mostra di Rubens Santoro e i
pittori della Provincia di Cosenza fra Otto e Novecento, a cura di T. Sicoli
e I. Valente, Catanzaro 2003, p. 91), entrambi ascrivibili tra la fine degli
anni Ottanta e l’inizio dei Novanta dell’Ottocento. Nella scrittura analitica e
nitida di Santoro a questa data, le figure, mai mere presenze, sono curate nei
minimi dettagli; risultano macchie solide di colore, dalle espressioni elaborate
con straordinaria abilità pur nel piccolissimo formato, a testimonianza
dell’altissima qualità raggiunta dal pittore. Basti guardare, per esempio,
dettagli eccezionali come la camicia del rematore, colma di pennellate che ne
modulano le ombre, o la grande macchia tattile della copertura
dell’imbarcazione.
Isabella
Valente