Villani Gennaro (Napoli 1885 - 1948)
Sulla Senna
olio su tela cm 84x130
firmato,datato e iscritto in basso a sinistra: G. Villani Paris 1914
a tergo timbro Gall. Nuova Bianchi d'Espinosa, Napoli
Ricostruire l’attività artistica ed espositiva di Gennaro Villani nella sua completezza sarebbe un compito
assai arduo, e certo nemmeno opportuno in questa occasione, eppure sottolinearne fin dall’inizio la
ricchezza e complessità aiuta a dare una idea della grandezza del personaggio di cui si parla nonché
dell’importante ruolo che egli ricoprì nel panorama pittorico non solo partenopeo ma appunto italiano
ed internazionale, dividendosi fra eventi culturali e mostre d’arte dentro e fuori i nostri confini per
almeno i primi quattro decenni del ventesimo secolo. Della sua varia produzione ben poco purtroppo
è oggi visibile a tutti, perdendosi probabilmente la gran parte delle sue opere fra sterminate raccolte
private, e conservandosi delle sue migliori commissioni pubbliche praticamente solo la sovrapporta
eseguita fra il 1928 e l’anno successivo per la Sala “dei Piccoli giochi” del Circolo Artistico Politecnico.
Studente dell’Accademia di Belle Arti napoletana dal 1900 al 1907, ivi Villani fu allievo del corso di
paesaggio tenuto da Michele Cammarano, il quale fedele al suo proprio percorso di studi accademici e
poi di ricerca pittorica improntò il proprio magistero all’insegna della lezione di Filippo Palizzi, dando
cioè particolare importanza nella formazione dei giovani pittori al disegno ed ovviamente alla ripresa
del vero; lo stretto legame di reciproca fiducia fra il vecchio maestro e Villani inoltre indirizzò le prime
opere di quest’ultimo verso una marcata ricerca dell’effetto chiaroscurale (molto caro a Cammarano),
pervenendo ad una pittura definita «bituminosa» dallo stesso giovane artista.
La ricerca di Villani subì poi una drastica inversione di rotta col suo avvicinamento alle idee della libera
scuola di Giuseppe Boschetto, che in esatta opposizione ai precetti dell’Accademia propugnava una
pittura di luce fondata su una ricerca tonale di vibrante vivacità; il capolavoro del nostro che segnò
questo passaggio, questa liberazione dal rigoroso chiaroscuro del suo primo mentore all’insegna di
una propria peculiare declinazione dell’estetica impressionista fu “Barca rossa”, in mostra per la prima
volta come pastello nel 1909 alla prima esposizione del gruppo “dei Ventitré” (giovani artisti che
intendevano smuovere la stagnante situazione artistica napoletana in nome degli ideali portati avanti
dalle precedenti Secessioni di Vienna e Berlino) in seguito come grande olio alla Biennale di Venezia
dell’anno successivo.
A cavallo di quegli anni Villani compì il suo primo viaggio a Parigi, e nella capitale francese tornò
poi fra 1912 e 1914: di questi soggiorni, ed in particolare del secondo, conosciamo purtroppo ben
poco eccetto qualche notizia frammentaria, così che le migliori testimonianze restano forse i dipinti
(o sarebbe meglio dire appunto le “impressioni”) del maestro, a partire dal piccolo “Autoritratto a
Parigi” col Moulin Rouge sullo sfondo, al quale sarà poi dedicato un intero dipinto di vasto successo
espositivo compiuto nel 1914, anno in cui abbiamo testimonianze del conseguimento di una medaglia
d’argento e di un diploma offertogli dal Ministero di Belle Arti di Francia; fra queste date di importanti
riconoscimenti internazionali si colloca dunque la realizzazione della grande tela proposta in asta, forse
da identificarsi con quel “Sulla Senna” in mostra alla XXXVII Esposizione della Società Promotrice di
Belle Arti di Napoli (1915) nonché ad una collettiva presso la Galleria Costanzo, sempre nel capoluogo
campano, nel Gennaio 1971.