Rossano Federico (Napoli 1835 - 1912)
Tramonto nella campagna francese
olio su tela, cm 54,5x86
firmato in basso a destra:Rossano
a tergo cartiglio: Dott. Antonio Mazzotta
Provenienza: Coll. A. Mazzotta, Milano; Coll. privata, Napoli; Galleria L'Oltreoceano, Napoli; Galleria Nuova Bianchi d'Espinosa, Napoli; Coll. privata, Bologna; Coll. privata, Napoli
Esposizioni: Milano, 1954; Napoli, 1988
Bibliografia: Il Paesaggio italiano - Artisti Italiani e Stranieri, cat. mostra Maggio-Giugno 1954 Arti graf. E. Gualdoni, Milano 1954, pag. 187; Galleria Nuova Bianchi d'Espinosa, Catalogo n.4, Ed. marzo 1988, Tav..42; G.L. Marini, Il valore dei dipinti dell'Ottocento e del primo Novecento, ed. XI, Torino 1993-94, tav. a colori p.472; M. Agnellini (a cura di), Ottocento Italiano. Opere e mercato di Pittori e Scultori, Milano 1995, p. 245; Ottocento Catalogo dell'Arte Italiana. Ottocento - Primo Novecento n.42, Milano 2013, pag.490
Il dipinto Tramonto nella campagna francese è un’opera di grande suggestione che riporta la cifra tipica dei primi anni
francesi di Federico Rossano, nella resa di una tela di grande potenza tecnica e sentimento. Si tratta di una campagna
francese al termine di una dura giornata di lavoro, con una figura femminile che si avvia, forse, verso casa, dopo aver
raccolto i propri pargoli, intenti a giocare accanto a dei covoni di grano. L’opera (spesso ripetuta con piccole varianti)
è riferibile agli anni trascorsi in Francia fra il 1875 e il 1890. È tutta affidata a valori atmosferici quasi impalpabili,
nella resa di sottili vibrazioni cromatiche e luministiche in particolari ore del giorno, come all’imbrunire o all’alba.
Per lo studio di queste condizioni di luce, oltre che per l’impianto generale, il debito nei confronti della tradizione
paesaggistica francese di ispirazione corottiana è molto evidente.
Uno tra gli artisti francesi con il quale Rossano intrattenne un rapporto più frequente fu Camille Pissarro, con il quale
si accompagnava frequentemente nelle peregrinazioni lungo i canali dell’Aisne o a Ville d’Avray, dalle cui atmosfere
rinverdì il sentimentalismo della scuola di Barbizon. Il pittore e i barbizonier, dopo la morte di Camille Corot (1796-
1875), raccolsero i frutti degli anni precedenti con continui successi nei vari Salons e nelle gallerie francesi più
accreditate. Il loro naturalismo era scaturito da una reazione sia all’artificiosità del paesaggio storico-classicista, che ai
toni melodrammatici dei pittori romantici. I barbizonnier si erano sforzati di trovare il semplice nei campi, nelle foreste
o presso le rive dei fiumi piuttosto che ritrarre scene spettacolari e terrificanti. Attraverso una tendenza all’osservazione
intima e contemplativa, questa aggregazione, lungi dall’operare una rottura col passato, trasse le sue radici dalla
tradizione olandese dettagliando chiaramente i lavori per lo più con forme scure e staglianti contro la luce del cielo. Per
tali pittori il realismo non significò registrare fugaci sensazioni visive di luce o di colore ma, piuttosto, fu una ricerca
volta alla descrizione dei paesaggi attraverso una stretta familiarità con l’ambiente e ciò spiega il loro bisogno di vivere
a stretto contatto con la natura. Questa corrente ricalcava, con perfetta simbiosi, le idee di Rossano che non amava
proiettare le proprie emozioni ma, viceversa, ascoltava e riportava la particolare “voce” di ciascun paesaggio. Rossano
con le sue nebbie vaporose, i paesaggi alberati, i corsi dei fiumi puntellati da alberi secolari e le sue magnetiche nuvole,
captò l’attenzione dei francesi proponendosi con una spiritualità di tono che qualcuno volle paragonare all’ultimo
Corot, con il quale, in verità, aveva molti punti in comune: il formato del quadro, la grande padronanza sulle gamme
dei verdi, i cieli ricchi di atmosfere perlacee, il tono grigio-bruno predominante e, più in generale, una rivisitazione del
paesaggio in chiave lirica.
Stima minima
€20000
Stima massima
€30000