Dalbono Edoardo (Napoli 1841 - 1915)
Da Frisio a Santa Lucia
olio su tela, cm 59x93
L’opera proposta riprende uno schema compositivo del Dalbono che ebbe grande successo e fu pertanto replicato
più volte. Sappiamo dal Giannelli infatti che in origine l’artista ricevette la commissione dal collezionista svizzero
Fierz, per il quale Edoardo già aveva realizzato “Una tarantella a Posillipo”, “Il funerale della Zita”, “Le streghe di
Benevento”, “Un idillio dal Gessner”, “Una veduta di Nisida”, “Capo Miseno” e vari acquarelli dal titolo sconosciuto;
l’opera completa, tuttavia, fu con “Tarantella” esposta alla Promotrice di Napoli del 1866, dove suscitò l’ammirazione
del re Vittorio Emanuele II che volle assolutamente acquistarla per destinarla al Museo di Capodimonte (ove tuttora
si conserva); il signor Fierz s’accontentò allora di una copia, che noi sappiamo essere solo la prima, si diceva, di alcune
custodite presso prestigiose raccolte private.
La scena si ricollega alle celebrazioni dell’importante Festa partenopea di Piedigrotta (che cade tradizionalmente l’ottavo
giorno di Settembre) e si colloca così fra i primi esempi di quel che diverrà poi un genere pittorico a sé, spiccatamente
folclorico, la “canzone sul mare” (denominazione che richiama da un lato i pescatori la cui Confraternita aveva il
compito di assistere alle processioni nel giorno della Festa, dall’altro il Festival della canzone napoletana che prese ad
organizzarsi in contemporanea a Piedigrotta proprio a partire dai primi decenni del diciannovesimo secolo). Pertanto
il soggetto principale dell’opera è una barca votiva che sembra portare alla deriva i partecipanti alla Festa ormai sfiniti
dopo la conclusione delle celebrazioni, mentre sullo sfondo può scorgersi la linea di costa del golfo di Napoli che va
da Castel dell’Ovo a Posillipo; le scelte luministiche tuttavia sono assolutamente irreali e tutta la composizione risulta
quindi quasi sottratta alle normali dimensioni di tempo e spazio per essere traportata su un piano onirico e mitico:
al momento della realizzazione della tela dunque Dalbono doveva aver già superato evidentemente la sua prima fase
artistica all’insegna delle influenze del Mancinelli, per volgersi invece verso i dittami tanto della Scuola di Posillipo
che di Nicola Palizzi (suo maestro); dalla medesima tendenza a poetizzare il dato reale nascerà in seguito l’assoluto
capolavoro del Dalbono, di insuperato successo, “La leggenda delle sirene” (1871).
Stima minima
€3000
Stima massima
€5000