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ASTA N.138

lotto 48

  • Morelli Domenico (Napoli 1823 - 1901)
    L'odalisca
    olio su tavola cm 41x22
    a tergo: timbro e iscrizione G. Della Marra; dipinto di D. Morelli, P. Vetri
    Esposizioni: Napoli 1929
    Bibliografia:Quadri Antichi e Moderni Sig. Rosalba di Villanova, Eredi del Grande Maestro Domenico Morelli , Collezionista inglese e altre case partizie, Galleria Canessa Napoli 1929, tav. XLII n. ord. 524 in b/n; Domenico Morelli e il suo tempo a cura di Lusa Martorelli , Electa Napoli 2005 pag. 145 a colori

    Se l’interesse per l’Oriente aveva accesso gli animi europei fin dall’inizio del diciannovesimo secolo, vuoi per motivi storico-archeologici, vuoi per passioni spirituali, vuoi semplicemente come fuga dalla crescente industrializzazione, ovviamente non tutti gli artisti furono allora in grado di compiere in prima persona viaggi verso quelle mete tanto esotiche. Prima della rivoluzione che nel nome del realismo in pittura sconvolse gli ambienti artistici innanzitutto meridionali e partenopei, attuata come ben si sa da Domenico Morelli e Filippo Palizzi, coloro che non avessero avuto diretta esperienza delle terre d’Africa si limitarono per lo più a ricrearle su tele e tavole con vivida fantasia; il Morelli tuttavia, e chi venne dopo di lui, non poté non basarsi strettamente su documenti di varia natura (per lo più testuali e fotografici) per dar vita alle sue composizioni orientaliste, di cui mai ebbe visione dal vero, cosicché esse risultano di notevole realtà, tenendo beninteso a mente il motto dell’autore che le voleva «vere ed immaginate all’un tempo». I soggetti orientali di Morelli si moltiplicano dunque in modi e tempi diversi. Le odalische del maestro (fra le varie una è alla milanese Fondazione Giuseppe Verdi, una al Museo di San Martino in Napoli), in particolare, sintesi eccellenti di mistero e sensualità, attraversano tutti gli anni Settanta dell’Ottocento per culminare nella ‘Sultana e le sue schiave’ (Milano, Fondazione Internazionale Balzan) del 1883, grande tela in cui a suggestioni africane si mescolano curiosamente elementi giapponesi; quest’ultima opera e la sua particolarità testimoniano il già avvenuto incontro col grande artista catalano Mariano Fortuny, dal quale Domenico si lasciò influenzare anche in direzione di una pittura all’insegna della luce e soprattutto di vibranti contrasti cromatici. Appunto in un catalogo di vendita di opere provenienti dagli eredi stessi del Morelli della tavola proposta si esaltano la «morbidezza dei toni» e gli «smaglianti colori» (e, aggiungeremmo noi, il notevole e ben bilanciato contrasto fra la scurezza del fondo e delle chiome corvine e la candida trasparenza delle vesti della giovane modella). La veloce pittura di macchia va invece rarefacendosi in senso verticale sulla tavola, andando via via incontro ad una quasi totale smaterializzazione, il cui principale effetto è il grande risalto ottenuto di contrasto dal viso della sensuale odalisca, il cui sguardo molle nonché le labbra appena dischiuse si fanno promesse di un lirico erotismo.

Stima €10000 - €15000
Informazione asta 13/04/2019 18:00