Le aste sono disponibili solo online causa COVID-19 Avviso
thumb
thumb
thumb
  • Ragione Raffaele (Napoli 1851 - 1925) Amore materno olio su tela, cm 46x38 firmato in basso a sinistra:R. Ragione Provenienza: Coll. privata, NapoliBibliografia: Ottocento Catalogo dell’Arte Italiana. Ottocento – Primo Novecento n.42, Milano 2013, tav. a col. pag.90
    Raffaele Ragione visse il suo momento d’artista con discrezione. Sono poche le notizie sulla sua carriera così come quelle sulle vicende artistiche a lui riferibili, siano esse napoletane che relative al periodo parigino. Ragione esordì alla «Salvator Rosa» del ’73. Quattro anni dopo, si presentò riportando un discreto successo, all’Esposizione Nazionale di Napoli. I compagni che lui sentì più vicino furono Gemito e Mancini, con i quali condivideva i temi dell’indagine sociale e più in particolare, la ricerca di quella minuta folla che frequentava la Villa Comunale. Lì poteva raccogliere
    le immagini a lui più care. Poco più che trentenne inizia a convivere con Aurora, una donna del popolo. Da questa unione non legale nasce Ida, che diventerà uno dei tormenti più grandi nella vita di Ragione. L’assillo di non poter provvedere ai bisogni materiali della bimba, le continue richieste di denaro da parte di Aurora, che lo accusa di cattiva
    conduzione familiare, i rimbrotti dei parenti della convivente che lo irritano e lo prostrano a tal punto da mandarlo in depressione, sono motivi di un lungo ricovero presso una casa di cura. Dopo essere stato dimesso, il suo vecchio amico e pigmalione, il puteolano Vincenzo D’Alicandro, gli consigliò di lasciare Napoli, sull’esempio di Brancaccio e
    Scoppetta, e di cercar fortuna in Francia. Ragione, seppur sconfortato nell’animo, dovette convenire che questa era l’unica strada da seguire e partì alla volta di Parigi, da dove sviluppò la sua più nota vicenda artistica. Sia il Manzi che il Ricci si sono posti il quesito della maturità artistica raggiunta a Napoli da Ragione, prima dell’esperienza francese.
    Ambedue crederono che l’artista fosse giunto a Parigi con un consolidato bagaglio pittorico e che nella capitale abbia sviluppato una tecnica per lo più già maturata a Napoli. Secondo loro, lo sgretolamento del colore e l’ispessimento
    della pittura del Ragione “parigino”, erano già presenti in alcune opere del primo periodo napoletano, che va dal 1885 al 1902, che seppur maggiormente descrittive rimangono ancorate, come nel caso dell’opera Mammina, al tema di una dolce (e forse perduta) sentimentalità familiare espressa in un’ambientazione di genere ed un colorismo che, pur ricavati dalla matrice morelliana, proprio per la sua “disunità”, risulta essere il prodotto di quella pittura sfaldata nel colore, a cui Manzi e Ricci si riferivano.

Estimate €10000 - €16000
Best Offer 0
Next Minimum Bid 9000
Nr offers 7
Informazione asta 16/04/2016 17:00