Pitloo Antonio Sminck (Arnhem 1790 - Napoli 1837) 
Veduta di Vico Equense 
olio su tela, cm 32x25 firmato al centro a destra: Pitloo       
a tergo:  ceralacca con stemma borbonico; cartiglio. Mostra Pitloo, Villa Pignatelli Napoli 2004/2005 n.36 
Provenienza: Sotheby's, Amsterdam; Coll. privata,  Napoli 
Esposizioni:  Amsterdam, 2002; Napoli, 2002;  Modena, 2003; Napoli, 2003; Napoli, 2004-05;Vernissage de "Infinite Emozioni", 03/12/2010,  presso Voyage Pittoresque Napoli 
Bibliografia:  M. Ricciardi, Paesaggisti stranieri  in Campania nell'Ottocento, 2002, p.50, tav.25;  Casa d'aste Sotheby's, catalogo asta 23/04/2002,Amsterdam, pag. 25; R. Caputo, Panorama pittorico  napoletano dell'Ottocento, Catalogo mostra Hotel  Excelsior Napoli n. 10, Galleria Vittoria Colonna,  Napoli 2002, p.p. 82-83; L. Martorelli (a cura  di), L'Ottocento napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero, Catalogo mostra Modena  2003, pp. 2-3; R. Caputo, La Pittura italiana  dell'Ottocento nelle collezioni private italiane.  L'Ottocento Napoletano dalla veduta alla  trasfigurazione del vero, Catalogo "Vittoria Colonna”, n.11, Napoli 2003, pp. 8-9; G.L. Marini,
Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, ed. XXI, Torino 2003-2004, p. 589;
M. Causa Picone - S. Causa (a cura di), Pitloo. Luci e colori del paesaggio napoletano, Catalogo
mostra Napoli, Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, 12 dicembre 2004-27 febbraio
2005, Napoli 2004, tav. 36, p.151.
L’opera identificata sul mercato antiquario come una Veduta della costiera amalfitana, viene giustamente riconosciuta da Massimo Ricciardi, come uno scorcio della costiera sorrentina, nella zona di Vico Equense. É infatti ben riconoscibile, sulla roccia che cade a strapiombo sul mare, la chiesa della Santissima Annunziata, l’ex cattedrale di Vico e la spiaggetta detta della “Tonnarella”, che ritorna in un altro dipinto di Pitloo, conservato al Museo Correale di Sorrento.
Costruito con una prospettiva centrale, il cui fulcro è collocato alla base dello strapiombo, sfrutta come quinte sulla destra un dente roccioso sul quale è costruita, in mattoncini, una edicola a nicchia - elementi degradati dall’erosione
della salsedine e dalle inflorescenze selvatiche, che rendono, nel connubio, un gusto acceso per il “rovinismo” di carattere romantico - e sulla sinistra, “ad invito”, diagonalmente, le barche dei pescatori, appena rientrate al termine
della giornata di lavoro in mare; testimoniato del resto dai due pescatori che si intrattengono con la donna sulla spiaggia, le cui ombre si allungano alle spalle. La suggestiva luce del tramonto, illuminando ortogonalmente la roccia calcarea, la tinge di un affascinante colore rosato. Il dipinto si va a collegare, per le contiguità stilistiche, di tecnica e di ripresa della stessa spiaggetta, per il taglio compositivo e le stesse figurette dipinte in primo piano, a La spiaggia della Tonnarella (olio su carta intelata, Sorrento (NA), Museo Correale). Entrambe le opere sono riprese dal vero con l’impianto disegnativo e l’abbozzo della parte cromatica e gli effetti di luce, comunemente usati da Pitloo. Ragione che detta la preferenza dell’artista olandese per opere di piccolo formato; il medesimo supporto si ritrova inoltre in un gruppo di dipinti, collocabili come il nostro tra la fine degli anni Venti e il primo quinquennio dei Trenta, che ritraggono scorci della costiera sorrentina (cfr Cantiere a Piano di Sorrento, olio/carta intelata; cm. 22 x 33; Veduta di Sorrento
dal Capo, olio/carta intelata, cm. 28 x 38; entrambe conservate a Sorrento (NA), Museo Correale), evidentemente tutte frutto di un proficuo sopralluogo di studio condotto da Pitloo, a ridosso di quegli anni; periodo in cui Raffaello Causa
ritiene che vengano realizzate dall’olandese le sue opere più importanti (R. Causa 1956, p. 79)